Sembra confermare le anticipazioni circolate la settimana scorsa il maxiemendamento alla legge di stabilità che ieri il Governo ha presentato ufficialmente in vista del tour de force con cui le Camere si sono impegnate a licenziarlo, entro la fine della settimana. Nel testo, per cominciare, ritroviamo la promessa liberalizzazione degli ordini professionali, attuata attraverso l'abolizione dei tariffari minimi (provvederà un dpr da emanare entro 12 mesi dall'approvazione della legge) e il via libera alle società tra professionisti. Per queste ultime, in particolare, l'elenco dei requisiti comprende l'esercizio in via esclusiva dell'attività professionale da parte dei soci e l'ammissione in qualità di soci dei soli professionisti iscritti agli ordini nonché di soggetti non professionisti «soltanto per prestazioni tecniche o per finalità di investimento». Confermati anche gli interventi in tema di «eccedenza e mobilità collettiva» del personale pubblico. Le amministrazioni gravate da esuberi, in sostanza, dovranno ricollocare gli organici in sovrannumero o eccedenza nella stessa amministrazione «anche mediante il ricorso a forme flessibili di gestione del tempo di lavoro o a contratti di solidarietà», oppure in altre amministrazioni «previo accordo con le stesse, comprese nell'ambito della Regione». Trascorsi novanta giorni dalla comunicazione sulle eccedenze alle rappresentanze sindacali, l'amministrazione «colloca in disponibilità il personale che non sia possibile impiegare diversamente nell'ambito della medesima amministrazione e che non possa essere ricollocato presso altre amministrazioni nell'ambito regionale, ovvero che non abbia preso servizio presso la diversa amministrazione secondo gli accordi di mobilità». Da quel momento «restano sospese tutte le obbligazioni inerenti al rapporto di lavoro e il lavoratore ha diritto ad un'indennità pari all'80 per cento dello stipendio e dell'indennità integrativa speciale, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato, per la durata massima di ventiquattro mesi». Confermata, infine, l'età minima di 67 anni a partire dal 2026 per chi matura la pensione di vecchiaia.